Shutdown: the day after…

Shutdown: the day after…

Una recente conversazione via skype con i colleghi Gabriella Pediconi (Urbino) e Luca Flabbi (Washington) è stata l’occasione per riflettere su un fatto che ha interessato anche le prime pagine dei giornali del nostro Paese: lo shutdown statunitense, ovvero la temporanea chiusura forzata di molti posti di lavoro negli USA. Le conseguenze, tuttavia, non sono state così disastrose come si temeva. I discendenti di quei Pilgrim Fathers che nel 1620 solcarono l’Atlantico a bordo della Mayflower il mese scorso hanno dato a tutto il mondo un’insolita lezione di capacità imprenditoriale. L’imprendere è il tratto più qualificante del pensiero sano, o del figlio, mentre la parola depressione si applica all’economia quanto alla psicopatologia. Si tratta di combinare i due campi.
Per una volta, siamo di fronte ad una buona notizia.
Ringrazio i colleghi che firmano con me questa pagina e hanno acconsentito a pubblicarla in questa rubrica. (1)

Il guadagno della mancanza di lavoro salariatoTutti abbiamo seguito il recente shutdown del governo americano: il 90% dei dipendenti pubblici sono stati obbligati a stare a casa dal lavoro perché il Congresso si è rifiutato di approvare il bilancio dello Stato. (2) Appena iniziato lo shutdown - che finirà per durare 16 giorni – si sono immediatamente sviluppati sussurri e timori per le possibili conseguenze catastrofiche di questa inusuale iniziativa (non troppo inusuale, a dire il vero: è già successo molte volte in passato): gli Stati Uniti sarebbero ormai una superpotenza in ginocchio, la chiusura del governo manderà economia (e cittadini) in depressione, l’intera economia mondiale ne risentirà, etc.
Eppure, i recenti dati sull’occupazione pubblicati la settimana scorsa dall’Istituto di Statistica statunitense riportano che l’economia ha creato più posti di lavoro nel periodo dello shutdown che nei mesi precedenti. Tutto il contrario della depressione annunciata.Che cosa è successo?
Testimoni oculari (tra cui uno degli autori di questa pagina) riportano che durante la prima settimana dello shutdown i ristoranti di Washington erano pieni, anche a mezzogiorno: colleghi e amici, a casa dal lavoro, si sono ritrovati a mangiare insieme e a fare due chiacchiere in santa pace. Nelle scuole, i bambini erano sorridenti ed eccitati: papà e mamma, entrambi a casa dal lavoro, venivano a prenderli con calma, portando loro la merenda preferita. Forse che la chiusura del posto di lavoro pubblico (uno dei casi del lavoro salariato, ovvero di lavoro per il salario anziché per il profitto) invece di produrre depressione ha prodotto nuove occasioni di spesa e guadagno? (3)È possibile, (4) ed è una possibilità che ci ricorda come l’economia nel suo aggregato (macroeconomia) non sia che il risultato di pensieri e giudizi individuali. (5) Ognuno di noi in un certo vero senso fa l’economia e ognuno di noi può scegliere di agire da sovrano – «signore della città», come già indicato nella parabola dei talenti – anziché agire da lavoratore salariato, schiacciato dal dovere arrivare a fine mese come quel servo che, immobilizzato nella sua mancanza di iniziativa, soffoca il talento ricevuto in un fazzoletto nascosto sottoterra. (6)

Brindiamo ai lavoratori pubblici americani, che non si sono fatti deprimere dallo shutdown. La superpotenza non è ancora in ginocchio: se il suo sistema politico è decisamente anacronistico e non ha nulla da insegnarci, i suoi soggetti economici primari (microeconomia), possono ancora essere un fonte di ispirazione, anche al qua dell’Atlantico.

Illustrazioni di Chiara Ciceri

NOTE
1. Luca Flabbi, M. Gabriella Pediconi, Glauco M. Genga. Luca Flabbi è Senior Economist nel Dipartimento di Ricerca dell’Inter-American Development Bank e Assistant Professor nel Dipartimento di Economia della Georgetown University, Washington, DC; Maria Gabriella Pediconi è psicoanalista e Ricercatore di Psicologia Dinamica presso il Dipartimento di Economia, Società, Politica (DESP) dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”.
2. Cfr. Marco Valsania, Lo spettro dello shutdown per il Governo Usa: 700mila posti a rischio dalla mezzanotte di oggi, Il Sole24ore, 30 settembre 2013; Lo «shutdown» chiude la Statua della Libertà, Corriere della Sera, 1° ottobre 2013. Inoltre:http://www.ilsole24ore.com/articlegallery/notizie/2013/shutdown-usa/index.shtml
3. Per un approfondimento, rinviamo a: L. Flabbi, Lavoro salariato, lavoro prostitutivo e capitale umano, lezione dell’8 maggio 2010 al Corso di «Studium Cartello» L’albero e i frutti. La rettitudine economica.
http://www.studiumcartello.it/Public/EditorUpload/Documents/CORSO_INTERVENTI/100508SC_LF1.pdf.
4. Questa possibilità va comunque considerata al netto degli indubbi costi diretti, causati dalla chiusura di importanti servizi pubblici. Per un resoconto dettagliato dei costi diretti rinviamo al ben documentato articolo Impacts and Costs of the October 2013 Federal Government Shutdown, a cura dell’Executive Office of the President of the United States:http://www.whitehouse.gov/sites/default/files/omb/reports/impacts-and-costs-of-october-2013-federal-government-shutdown-report.pdf.
5. Ciò vale anche per la politica. A questo proposito, G.B. Contri scrive: «Sono serio con “la politica” cosiddetta proprio perché le riconosco, al massimo della sua efficacia, il 5% di potere sul nostro legame sociale e sulla nostra economia, mentre tutto il rimanente legame sociale non ha altra autorità che quella individuale: ma, stante la realtà, è quella limitata di individui che sono dei Re Lear, sovrani abdicanti» (da: Mistero politico, Think! 23 gennaio 2013,http://www.giacomocontri.it/BLOG/2013/2013-01/2013-01-23-BLOG_mistero_politico.htm).
6. G.B. Contri ha commentato a più riprese, anche in collaborazione con Luca Flabbi, la nota parabola evangelica dei talenti. Qui rinviamo a: AA.VV: A chi non ha sarà tolto. Economia e psicopatologia, SicEdizioni online, 2011:http://www.studiumcartello.it/Public/EditorUpload/Documents/PUBBLICAZIONI/[SIC2011]A_CHI_NON_HA2.pdf.

Pubblicato in Father & Son