Proiezione ad inviti promossa da Glauco Maria Genga
Mercoledì 10 dicembre p.v. ore 20
Cinema Anteo (via Milazzo 9, Milano)
LA VITA É MERAVIGLIOSA
regia di Frank Capra, con James Stewart e Donna Reed
Frank Capra: un ottimista (?) tra Eros e Agape
«Strange, isn’t it? Each man’s life touches so many other lives!»
«Strano, vero? La vita di un uomo è legata a tante altre vite!»
Realizzato nell’estate del ‘46, è il film più amato dal regista italoamericano, che trasse spunto da un racconto del ’39, The Greatest Gift di Van Doren Stern. Rappresentava infatti il suo originale contributo alla ricostruzione nel dopoguerra. Candidato a 5 Oscar, divenne ben presto popolarissimo, non solo negli USA: anche qui in Italia fu per decenni il film più trasmesso in tv a Natale. Molti lo ricorderanno di certo.
Lungamente osannato per l’ottimismo a sfondo religioso, poi criticato per lo stesso motivo, è in realtà una «parabola dickensiana che cela un angosciante pessimismo di fondo.» Tra tutti i film di Capra, questo è «uno dei più complessi e problematici, capace di fondere in modo perfetto commedia, dramma e invenzioni fantastiche.» (Mereghetti)
Le sequenze che ritraggono George Bailey (James Stewart) sconfitto e adirato con i figli e la moglie, prima adorati, sono di una violenza dirompente. E il curioso intervento salvifico, annunciato fin dalla prima scena “in cielo”, è un modo per rappresentare i pensieri del protagonista in preda all’angoscia e ossessionato dall’idea di farla finita. Capra invita a riflettere su che cosa sia l’omissione: «Pensa a che cosa sarebbe successo se tu non avessi agito come hai agito».
Lo schema tradizionale e oggi poco noto della morale cattolica (gli atti classificati in pensieri, parole, opere e omissioni) è qui rivisitato secondo la teologia protestante americana, centrata sul bene che ogni individuo deve fare, non su quello che può ricevere. Ma i personaggi sono così reali e animati da passioni e legami così forti, che il travolgente finale buonista sembra davvero giustapposto. Capra si dibatte tra due concezioni dell’amore: Eros e Agape, appunto.
Dal pensiero di natura impariamo che salute e soddisfazione sono centrati sul saper ricevere il bene, come beneficio, da ogni altro. E’ questa la rivoluzione freudiana, grazie alla quale ciò che era impossibile diventa possibile. Anche guardare un vecchio film con occhi nuovi.
Buon Natale